Una delle teorie più conosciute e utilizzate dalla psicologia è stata riassunta in un semplice triangolo suddiviso in cinque sezioni: da sempre è conosciuta come “la piramide di Maslow”.
Oggi voglio raccontarti qualcosa di più dei nostri bisogni e del perché questa piramide, apparsa per la prima volta in una pubblicazione accademica nel 1943, ancora oggi è un riferimento per noi psicologi.
Negli anni la piramide di Maslow, che offre un elenco gerarchico dei bisogni degli esseri umani, è stato un fulcro sia dell’analisi psicologica dell’individuo, sia per lo sviluppo del business delle multinazionali, sia carriere politiche.
Origine della piramide di Maslow
Abraham Maslow, psicologo ebreo di origine russa che, all’età di 35 anni sintetizza in un triangolo suddiviso in cinque aree niente meno che il significato della vita e della strada verso l’auto realizzazione. Con il tempo e le varie versioni grafiche è diventato una piramide.
Maslow si allontana presto dalle maglie strette della cultura ortodossa della sua famiglia di origine e parte alla ricerca di ciò che possa essere determinante alla realizzazione dell’essere umano, e ovviamente di sé stesso, nei tempi moderni negli Stati Uniti degli anni ’40.
Osservando la società in cui era immerso notò che la ricerca del denaro e dell’affermazione sociale avevano eclissato totalmente le aspirazioni derivanti dall’interno della persona.
Maslow cerca di creare una teoria psicologica per offrire le risposte che prima le persone tendevano a ricercare nella religione, da cui si era allontanato, partendo dalla constatazione che gli esseri umani sono mossi da cinque bisogni fondamentali.
I nostri 5 bisogni fondamentali
Maslow crea categorie all’interno del suo triangolo e offre questa suddivisione su cinque livelli:
Due bisogni di tipo materiale e tre di tipo psicologico e spirituale.
Tutti noi partiamo con una serie di bisogni fisiologici non negoziabili: acqua, cibo, stare al riparo e riposare. Questi sono indispensabili e vanno soddisfatti prima di poter salire al piano superiore.
Subito dopo abbiamo urgenti bisogni di sicurezza: proteggere il corpo e il luogo in cui abitiamo dagli attacchi esterni.
Soddisfatti questi due primi livelli possiamo accedere ai successivi: bisogni di tipo psicologico e spirituali: abbiamo bisogno di soddisfare il bisogno di appartenenza (riconoscerci in una cultura) e sentirci amati. Quindi bisogno di legami significativi: famigliari, amorosi e di amicizia.
Al piano superiore troviamo il bisogno di stima e rispetto dalle persone con cui siamo legati. Come possiamo sentirci bene se non ci sentiamo stimati e accettati dalle persone per noi significative?
E in cima alla piramide Maslow pone il bisogno di autorealizzazione. Un termine vago e talvolta nebuloso che Maslow definisce come “vivere in accordo con le proprie inclinazioni” e “diventare chi si è veramente”.
Domande esistenziali che ci poniamo spesso
Ciò che rende così fruibile il lavoro di Maslow è la semplicità con cui viene analizzata la profonda verità dell’esistenza umana. Maslow punta il dito su una serie di risposte le cui domande spesso ci fanno sentire confusi e perplessi, a partire dalla giovinezza.
Domande tipo: “Che cosa desidero veramente?” “Come posso organizzare le mie priorità e dare ascolto ai miei bisogni talvolta in competizione tra loro o in antitesi con le persone per me importanti?”
Maslow ci ricorda, in modo essenziale e conciso, i punti fondamentali per vivere bene e pienamente. Ci dice che non possiamo vivere esclusivamente soddisfacendo i nostri bisogni di auto realizzazione psicologici e spirituali e che non potremmo stare bene focalizzati esclusivamente sui bisogni materiali.
Abbiamo bisogno di integrità tra questi due grandi regni. La base permette l’espansione verso l’area spirituale e la parte spirituale offre prospettiva verso l’alto per la base.
Questi due aspetti rendono complessa la realtà dell’essere umano; a differenza di altre creature noi ci sentiamo richiamati da un lato dal desiderio di realizzare parti di noi, frutto di introspezione e sensibilità, e dall’altro dalla necessità di pagare le bollette alla fine del mese e avere ogni giorno un pasto caldo.
Frustrazioni e bisogni.
La frustrazione, sentimento che conosciamo tutti bene e che nella sua versione evolutiva spinge verso la ricerca del bisogno autentico, anziché verso il lamento che porta a stagnare (e appesantire gli amici che si dilegueranno e aumentando la frustrazione al livello superiore 🙂 ).
Teniamo a mente che potremmo confondere un bisogno con un altro:
quando i primi due livelli sono soddisfatti e quelli superiori lo sono solo parzialmente, se non facciamo un minimo di lavoro introspettivo per comprendere che i bisogni da soddisfare appartengono al regno psicologico e spirituale, rischieremo di accanirci verso la iper-soddisfazione dei piani matriali: ipre-alimentandoci, accantonando denaro in modo eccessivo, acquistando oggetti oltre l’inutilità, stipulando assicurazioni su assicurazioni e tanti altri esempi comuni e facilmente riscontrabili.
Per stare meglio
Ognuno di noi, quando si sente in difficoltà verso la direzione da prendere oppure quando avverte un senso di frustrazione che ancora non ha un nome e una soluzione, può focalizzarsi sui vari piani della piramide di Maslow. Scorrendoli nelle due direzioni può valutare in autonomia, o con l’aiuto di un professionista, quali siano i bisogni sui quali abbiamo necessità di lavorare e quali abbiamo già soddisfatto in abbondanza.