La commutazione psichica è il fenomeno che caratterizza il passaggio dallo stato vigile di coscienza (la veglia, appunto) all’autogenia: stato di coscienza che si manifesta durante la pratica del Traning Autogeno.
A livello fenomenologico si manifesta con sensazione di pesantezza (distensione muscolare) e con la percezione del calore derivanti dall’aumento della temperatura corporea a seguito di una maggiore vascolarizzazione. Queste modificazioni fisiologiche rappresentano, a livello mentale e costituiscono a livello fisico, la distensione.
Per mezzo di esercizi di distensione sistematici e precisi è possibile raggiungere una deconnessione globale, principio essenziale del T.A.. E’ stato comprovato che a partire da esercizi di rilassamento a livello muscolare avvengono delle modificazioni sul sistema nervoso il quale agisce ed interagisce sia sullo schema corporeo sia a livello cerebrale.
Per comprendere meglio il fenomeno della commutazione psichica potrebbe tornare utile conoscere alcuni aspetti neurofisiologici.
Durante il sonno avvengo interessanti e profonde modificazioni a livello fisico, fisiologico e mentale. U. Ebbeke, nel suo trattato di fisiologia del 1926 riferisce che durante il sonno tutta la funzionalità biologica e psicologica dell’organismo viene fondamentalmente modificata: “Circolazione e respirazione, secrezione ghiandolare e ricambio, attività nervosa e muscolare modificano profondamente la loro funzionalità nel sonno; il battito del cuore si fa più lento e più debole, la pressione arteriosa tende ad abbassarsi, gli atti respiratori si fanno meno frequenti e più profondi; alcune ghiandole rallentano la loro attività secretoria; il ricambio è diminuito e di conseguenza diminuisce la produzione di calore; il tono muscolare si allenta e la funzionalità neuropsichica si inibisce progressivamente fino alla perdita della coscienza […]”
In questi anni c’era molto fermento rispetto agli studi sulla fenomenologia del cervello anche grazie all’utilizzo dell’elettroencefalogramma, agli studi sulla psichiatria e sulle malattie mentali. La descrizione che riporta Ebbeke del sonno potrebbe essere riportabile quasi completamente allo stato autogeno a differenza dell’ultimo aspetto: la progressiva perdita della coscienza. Se avessimo la possibilità di piazzare degli elettrodi e monitorare la conversione autogena, confrontarla con l’attività della veglia e del sonno scopriremmo quanto segue.
Le Onde Celebrali
Le onde cerebrali sono onde elettriche generate dall’attività del cervello. Ogni volta che uno degli oltre dieci miliardi di neuroni che compongono il nostro cervello entra in attività per ricevere o trasmettere un segnale psichico produce una scarica elettrica a bassissimo voltaggio elettrico (microvolt) e frequenza.
L’attività cerebrale coinvolge in ogni momento milioni di neuroni di differenti aree del cervello che si attivano insieme generando onde elettromagnetiche collettive abbastanza forti da attraversare la sostanza cerebrale ed essere rilevate da elettrodi posti sulla cute esterna della testa.
EEG: L’Elettroencefalogramma
E’ stato lo svizzero H. Berger ad applicare per primo, intorno al 1920, una serie di elettrodi sulla testa, riuscendo a registrare nel tracciato elettroencefalografico (EEG) le continue e brusche variazioni dell’attività cerebrale. Nel 1929 apparve il suo primo lavoro di EEG clinica, che contribuì grandemente alla diagnosi dell’epilessia e delle lesioni cerebrali.
Come spesso succede, queste prime ricerche suscitarono altissimi entusiasmi a cui seguì una fase di ripensamento e di critica. E’ vero che l’EEG si presenta spesso di difficile interpretazione e soprattutto non offre quella capacità di individuare con precisione la zona del cervello coinvolta in una precisa attività, che sembra essere la preoccupazione maggiore delle attuali ricerche e che vede quindi il prevalere di strumenti di registrazione più “precisi” nella loro definizione spaziale e a più alta sensibilità, come la visualizzazione mediante risonanza magnetica o la tomografia a emissione di positroni.
Tuttavia, l’elettroencefalogramma presenta indubbi vantaggi per applicazioni che tendono a creare una connessione con l’andamento dello stato di coscienza dell’individuo. L’EEG consente di rilevare con estrema facilità e immediatamente, nel momento stesso in cui si verificano, le variazioni della attività cerebrale. L’introduzione dell’elaboratore elettronico inoltre ha permesso di leggere con maggiore chiarezza il tracciato encefalografico, consentendo una precisa distinzione, momento per momento, del tipo di onde generate dall’attività cerebrale.
Onde celebrali e stati di coscienza
Vediamo nel dettaglio alcune tipologie di onde prodotte dal nostro cervello:
Beta (13-30+ Hz). L’attività delle onde beta corrisponde a una coscienza “attiva o concentrata”, ovvero la condizione necessaria per leggere questo articolo. Beta è lo stato in cui ci troviamo normalmente quando siamo svegli: mentre stiamo lavorando, guidando o parlando, ci troviamo, molto probabilmente, nello stato beta. Sono riconducibili a questo stato, problemi specifici legati al vivere quotidiano, come, ad esempio, l’ansia, il panico e lo stress.
Alpha (8-12.9 Hz). L’attività nelle onde alpha è riconducibile a stati di coscienza tranquilla e corrisponde a uno stato di leggero rilassamento; normalmente è lo stato in cui si trova una mente calma e concentrata. Viene anche chiamato lo stato del “super-apprendimento”, poiché la mente sembra essere più ricettiva e più aperta ad assimilare nuove informazioni. Lo stato alpha è anche considerato lo stato ideale per il brainstorming creativo ed innovativo. È una condizione caratterizzata, quindi, dalla capacità di immagazzinare e richiamare una grande quantità di informazioni, velocemente e in modo efficace. Durante questa fase aumenta la produzione di serotonina.
Theta (4-7.9 Hz). Le onde theta sono comunemente rilevabili nella regione delle tempie, corrispondono allo stato di profondo rilassamento; mentre dormiamo e sogniamo, siamo solitamente nella conformazione theta. Durante questa fase, analizzando i neuroni della corteccia prefrontale, (deputati all’apprendimento e alla memoria), si è riscontrato un miglioramento nella capacità di apprendimento, in quanto vengono attivati i recettori per l’acetilcolina, un neurotrasmettitore preposto a trasmettere impulsi a livello di Sistema Nervoso Centrale e di Sistema Nervoso Periferico. Queste onde aumentano le funzioni cerebrali, migliorano la memoria e rendono più facile e duraturo l’apprendimento.
Delta (0.1-3.9 Hz). Delta è la più profonda tra le onde cerebrali; è lo stato in cui ci troviamo quando dormiamo profondamente. Riuscire ad entrare nello stato delta da sveglio, vuol dire aprire un accesso alla parte inconscia della nostra conoscenza. Queste onde aumentano incredibilmente le capacità mentali e l’intelligenza, permettendoci di risolvere più velocemente e più facilmente qualunque problema ci venga sottoposto.
Poiché la regione delle tempie fa parte del Centro del potere psichico, le onde delta e theta sono onde legate alle esperienze psichiche.
Uno schema dei tipi di onde cerebrali, suddivise a seconda della loro frequenza, può essere il seguente:
Dall’osservazione dei tracciati EEG durante la commutazione psichica il primo fenomeno riscontrabile è un aumento della quantità di onde ad alta frequenza e una perseveranza del ritmo alfa. In alcuni soggetti si verifica un calo progressivo dell’ampiezza delle onde alfa ed una preponderanza delle onde theta. Entrambi i tipi di tracciati rappresentano occasionali interruzioni più o meno estese del ritmo beta. Il fatto che differenti onde possano essere presenti nei tracciati dello stesso individuo indica che il fenomeno non è da riportare alla caratteristica del soggetto ma a fasi diverse che si alternano durante lo stato autogeno. I fenomeni parossistici comuni in soggetti normali durante la pratica del T.A. sono:
- Picchi isolati con frequenza generalizzata
- Mescolanza complessa di onde lente e picchi
- Brevi sequenze di ritmo lento, theta o delta, più o meno generalizzate
Questi studi sono molto importanti in quanto i fenomeni osservati potrebbero essere il substrato neurofisiologico delle scariche autogene sempre descritte come esperienza soggettiva ma raramente osservabili oggettivamente.