Il termine rilassamento può apparire riduttivo per chi è alla ricerca di uno strumento utile e concreto per migliorare il proprio modo di affrontare le difficoltà quotidiane e raggiungere una visione più ampia di ciò che accade.
Al termine rilassamento qualcuno potrebbe associare elementi di passività ed estraneazione, in realtà è proprio il contrario.
La ricerca di uno stato di rilassamento e di calma interiore è invece una scelta attiva e disciplinante; per quanto sia uno strumento semplice e fruibile da parte di tutti apprenderlo non è così immediato, occorre pratica quotidiana e determinazione.
Il primo atteggiamento che occorre guadagnare, per raggiungere uno stato di profonda concentrazione, parte dal corpo e arriva alla mente.
Al primo incontro con i corsisti di training autogeno suggerisco una posizione da assumere per le prime settimane di pratica, si chiama posizione del cocchiere, proprio perchè ricorda la posizione del cocchiere a riposo in attesa di un nuovo passeggero. E’ una posizione seduta in cui il peso è distribuito all’85% sul bacino e il resto sui piedi, in questo modo il corpo è solidamente appoggiato e anche in caso di addormentamento (all’inizio può capitare) non si rischia di perdere l’equilibrio. Inoltre la schiena è dritta (non appoggiata allo schienale) senza rigidità e le spalle sono rilassate. Le mani sono appoggiate sulle cosce (nella metafora del cocchiere provate ad immaginare di tenere tra le mani le briglie, se il cavallo si muove si è subito pronti a stringerle, altrimenti non è necessario fare alcun movimento) e la testa leggermente reclinata in avanti.
Assumere questa posizione permette diversi vantaggi, il primo è che è replicabile ovunque: in qualsiasi posto possiamo sederci in questa posizione senza attirare attenzioni, il secondo è che per quanto sia una posizione naturale è una posizione che ricerchiamo ed è originale, non consueta. Per chi impara il rilassamento l’originalità di una posizione è fondamentale in base al concetto che il corpo ha una memoria. Il concetto della memoria del corpo è noto a tutti se facciamo attenzione: proviamo ad immaginare la nostra ritualità serale di quando andiamo a dormire, ogni sera facciamo le stesse cose per prepararci, poi una volta messi a letto, per agevolare l’arrivo del sonno si assume una posizione facilitante, sempre la stessa; il corpo ha appreso che in quella posizione con molta probabilità si addormenterà.
Lo stesso principio vale per il rilassamento, assumendo una determinata posizione e ancorando a quella posizione uno stato mentale potrà in breve tempo attivarsi un processo automatico: posizioneattivazione del rilassamento.
Il concetto di ancoraggio deriva dall’ipnosi. Attraverso alcune sensazioni corporee di postura, di pressione, di temperatura si attivano ricordi, sensazioni ed emozioni e viceversa possono partire dalla sfera mentaleemotiva e risuonare nel corpo. In genere gli ancoraggi sono spontanei alcune volte creano disagi e da lì si evolvono fino a diventare sintomi psicosomatici o disagi emotivi altamente limitanti. Nel nostro caso creiamo un ancoraggio ad hoc, ricerchiamo una posizione e raggiungiamo lo stato mentale che desideriamo. Con il tempo e la pratica sarà come schiacciare un interruttore….sembra incredibile?
Il secondo vantaggio dell’assumere questa posizione è quello di aiutare la mente a non essere distratta dal corpo. Una posizione con la schiena dritta ma senza rigidità aiuta la circolazione e la respirazione: elementi fondamentali per un efficace rilassamento. Rispetto a questo principio lo yoga pone alcuni dei suoi principi fondanti.
Qualcuno ogni tanto mi dice che immagina il rilassamento vada fatto in posizioni semisdraiate su morbide poltrone o divani, niente di più sbagliato e niente di più lontano dall’idea del “rilassamento che cura”. Dobbiamo permettere al sangue di fluire in tutto il corpo e all’addome di espandersi quando il respiro diventerà spontaneamente profondo, altrimenti il processo di rilassamento rischia di interrompersi.
Una volta raggiunta la “posizione facilitante” è importante assumere un atteggiamento mentale che faciliti l’arrivo del rilassamento mentale. L’atteggiamento mentale è in prima battuta “sto facendo una cosa per me importante” e da lì si inizia a rappresentare mentalmente le formule proprie dei Training Autogeno
In questo articolo abbiamo visto alcuni concetti semplici che stanno alla base del rilassamento:
- il rilassamento è una condizione fisica e mentale attiva e disciplinante
- come funzionano gli ancoraggi
- il corpo ha una memoria
- occorre assumere una posizione e un atteggiamento mentale facilitante alla rilassamento
Nei prossimo articoli porteremo attenzione ad altri elementi fondanti la pratica e la riuscita del Training Autogeno, vi descriverò la concentrazione passiva e l’incapacità della mente di distinguere tra cosa è reale e cosa non lo è.
Un articolo molto interessante che pone, mai abbastanza, l’accento sull’interazione che corpo e mente hanno in continuazione, ma che noi cerchiamo caparbia-mente di scindere (il perché apre altri scenari) e di come facilitando questa relazione si possano risolvere molte situazioni che normalmente riteniamo problematiche. Grazie Sara per questa spiegazione semplice ma efficace sul rilassamento attivo.