Partendo dal presupposto che il Training Autogeno permette di affrontare la vita e le sue sfumature in modo più consapevole, affinando le conoscenze che abbiamo di noi e del nostro corpo e che la pratica costante del T.A. permette di ripristinare e mantenere l’omeostasi a livello ormonale, emotivo e muscolare non si possono trascurare le sue applicazioni durante il periodo della gravidanza, parto e post-partum.
Chi già conosce il metodo e lo pratica abitualmente potrà facilmente immaginare come questo strumento possa essere prezioso in questa fase della vita. Il momento della gravidanza, del travaglio, del parto e del puerperio può essere considerato come una parentesi nella vita della donna e in questa parentesi il suo “normale” T.A. può essere trasformato in un T.A. “speciale” e specifico. Chi ancora non lo ha praticato può scegliere questo periodo particolare per accompagnare i cambiamenti emotivi e fisiologici che avvengono sia internamente che esternamente.
Praticare il Training Autogeno in questa fase della vita permette di attenuare i disturbi che possono presentarsi nei primi mesi di gravidanza quali nausea e vomito, stitichezza, stanchezza e ipersonnia, sentimenti contrastanti nei confronti del proprio corpo e del nascituro, sbalzi umorali. In gravidanza la maggior delle donne aumenta la propria attenzione e ricettività nei confronti del proprio corpo e dei cambiamenti che avvengono in lei, avviene quindi una naturale propensione all’ascolto interno e il T.A. permette di trovare un metodo agevoli questa predisposizione.
Entrare in contatto con il proprio corpo permette di iniziare un dialogo con il nascituro, creare armonia dentro di sé e prendere confidenza con i cambiamenti fisiologici naturali. Di conseguenza la mamma si porrà in modo più armonioso nei confronti del neonato affrontando con maggiore serenità la fase successiva al parto: il puerperio. In questa fase i genitori rientrano a casa col nuovo nato e si sperimentano nel nuovo ruolo di genitori che non consiste solo nelle cure necessarie al piccolo ma prevede anche e soprattutto una riorganizzazione emotiva e sociale della neo mamma e del neo papà. In questa fase è molto importante l’aspetto psicologico e l’accoglimento emotivo da parte di se stesse e nella reciprocità della coppia.
Il parto può essere visto come la frontiera che porta all’assunzione di nuovi ruoli, oltre al bambino nascono una nuova mamma e un nuovo papà. L’argomento è davvero complesso e apre numerose porte rispetto alle modalità di affrontare la nuova situazione.
TRAINING AUTOGENO DURANTE IL PARTO: IL METODO R.A.T.
Nella vasta panoramica di metodi per affrontare in modo consapevole e più serena il parto non si può trascurare il metodo R.A.T, ovvero Training Autogeno Respiratorio. Il metodo R.A.T. è un metodo molto utilizzato nella psicoprofilassi al parto ed è spesso inserito nel percorso di accompagnamento multidisciplinare della coppia che aspetta un figlio. Il metodo R.A.T., sviluppato da Umberto Piscitelli, nasce con l’obiettivo di contrastare stati di squilibrio emozionali in gravidanza e nel corso del parto, anche se oggi viene proposto principalmente come metodo per fornire aiuto durante la fase del travaglio.
Il R.A.T. comprende sette esercizi che integrano tecniche respiratorie, esercizi di rilassamento progressivo e tecniche immaginative. In accordo con la metodologia classica prevede una parte di addestramento con l’operatore e l’allenamento quotidiano della gestante in modo autonomo. I primi cinque esercizi prevedono attività di immaginazione e percezione del corpo inizialmente in modo frazionato in concomitanza all’osservazione del proprio respiro naturale. I restanti esercizi hanno invece lo scopo di portare elementi di disturbo (rumori dal ritmo incalzante e poi rallentato) durante l’osservazione del respiro così da simulare la contrazione e allenare la propria capacità di concentrazione sul respiro. In ultima analisi l’arrivo della contrazione, simulata come sopra, verrà associata ad immagini e frasi guida. Mantenere l’attenzione sul respiro nella fase di travaglio permette di non perdersi nel dolore acuto della contrazione e di avere un atteggiamento attivo soprattutto in termini di risparmio e ottimizzazione delle energie. Inoltre come in ogni attività in cui è rischiesto uno sforzo muscolare prolungato, l’aumento dell’apporto di ossigeno migliora la prestazione e ottimizza il risultato.
Il percorso di apprendimento del metodo R.A.T inizia intorno al quarto mese di gravidanza e deve essere opportunamente inserito all’interno di un percorso di conoscenza e approccio alla gravidanza che si completi anche di aspetti ginecologici e ostetrici in modo da fornire una formazione/informazione multidisciplinare alla coppia in attesa. (Piscitelli U., 1991, Training Autogeno Respiratorio e psicoprofilassi ostetrica, Piccin)
RECUPERO ENERGETICO DURANTE IL TRAVAGLIO
Nella fase di travaglio e nella fase espulsiva è particolarmente importante approfittare delle pause tra le contrazioni. Se la donna riesce ad utilizzare i minuti che intercorrono tra una doglia e quella successiva recuperando energie e calma affronterà meglio la contrazione in arrivo. In questi casi vengono proposte le formule del T.A. di base calma pesantezza e calore associate alla formula del respiro.