Arriva sempre quel momento, nella vita di una coppia, in cui ci si pone la fatidica domanda: “perché non ci sposiamo?”. Quando ci si trova nell’età adulta e la relazione va avanti da un po’ è comune che ci si ponga la questione o quanto meno che ci si pensi.

Ci si chiede se il matrimonio soddisferà i bisogni di entrambi i partner. Quale soluzione sarà la più adatta a realizzare le aspirazioni e i sogni di ognuno?

La risposta dipende da cosa significhi per ogni persona realizzarsi e come viene impostata la relazione a due tra aspettative reciproche, ruoli, spazi, impegni e compiti quotidiani.

È una buona domanda, naturalmente, non c’è una risposta valida per tutti.

Ogni storia è a sé: se i due partner sono d’accordo non ci saranno problemi, se invece l’argomento matrimonio crea un conflitto che perdura nel tempo e porta la coppia ad avere visioni sempre più distanti per il loro futuro, può essere utile consultare uno  psicoterapeuta esperto in rapporti di coppia. Il consulente in questo caso aiuta l’evolversi di questo delicato processo decisionale, a considerare le diverse prospettive e comprendere il legame che ognuno dei due partner desidera costruire.

Nella mia esperienza di psicoterapeuta di coppia, le principali questioni che emergono da chi si trova in disaccordo di fronte a questa decisione sono:

  • Perché sposarsi? La nostra unione non ha bisogno di ufficializzazione: stiamo bene così.
  • Se è necessario sposarsi, vuol dire che l’amore non basta? Ci sposiamo solo per acquisire una maggiore sicurezza e tutela?

Cerchiamo di capire meglio insieme che significato ha il matrimonio a livello sociale e psicologico.

 

Cosa significa sposarsi

Per qualcuno essere sposati o non esserlo non cambia l’investimento affettivo ed emotivo della coppia; per altri le differenze ci sono a livello sociale e psicologico.

Con il matrimonio la coppia acquisisce uno status ufficiale che viene condiviso e riconosciuto dalla società. Attraverso il rito, che coincide o con la cerimonia civile o con la celebrazione in un luogo di culto, si corona l’unione dei fidanzati che vengono riconosciuti formalmente come coppia davanti alle famiglie, davanti alla collettività e, nel caso del rito di culto religioso, davanti ad proprio Dio

A livello psichico, per molti, questa è una condizione molto rassicurante: il senso di appartenenza è un bisogno fondamentale nell’essere umano.

Inoltre, sposarsi è una manifestazione pubblica e sociale del legame tra i due: la celebrazione è un evento pubblico ed esistono vari segni, come la fede nuziale per esempio, che dichiarano pubblicamente tale status influenzando le interazioni sociali.

Collegate al matrimonio spesso ci sono due paure principali: la prima riguarda la “quotidianità” che viene percepita come noia, come se il matrimonio favorisse momenti di stasi senza entusiasmo e senza slancio.

La seconda è quella di scoprirsi ad un tratto diversi: crescere ognuno al suo ritmo e un giorno accorgersi che l’altro è cambiato.

Ma la quotidianità in due può anche essere fatta di questo e uno degli scopi ultimi della coppia forse è proprio quello di trovare un modo per superare questi ostacoli.

 

Il matrimonio e il suo valore sociale

Per alcune coppie è importante ufficializzare la propria situazione sentimentale, il matrimonio infatti è un vero e proprio contratto.

Il matrimonio porta a un cambiamento sociale che è sì formale ma per niente trascurabile. Ufficializza i legami non solo tra i due coniugi ma anche tra due famiglie: diventiamo marito o moglie ma anche nuora e genero, cognato e cognata, acquisiamo suoceri e generiamo un legame parentale nuovo: quello dei  consuoceri.

Il matrimonio permette alla coppia di definirsi non solo l’uno rispetto all’altro ma anche rispetto alla società e alla comunità di appartenenza. È un modo per definire sé e la nostra identità, amplia la risposta  alla domanda “chi sono io?”.

Con il matrimonio è come se la coppia dicesse a tutti “noi siamo una coppia e proseguiamo la nostra vita assieme”.

C’è un aspetto però da non trascurare: la forza e la durata di un legame non dipendono dal fatto di aver contratto o meno il matrimonio, la frequenza e l’aumento delle separazioni e dei divorzi ce lo ricordano ogni giorno.

 

Il matrimonio: ieri e oggi

Oggi possiamo scegliere chi sposare, come, quando. Ci sposiamo perché lo desideriamo, perché lo sentiamo e viviamo come coronamento di un percorso insieme o come punto di partenza per nuovi progetti, ma non è sempre stato così. In passato il matrimonio tutelava il patrimonio e assicurava la discendenza: ci si sposava per pressione familiare o sociale, raramente per scelta personale. I matrimoni erano combinati dalle famiglie e avvenivano per convenienza, vuol dire che qualcun altro sceglieva per noi l’uomo o la donna con cui avremmo passato il resto della nostra vita.
Oltre che per soddisfare le aspettative familiari e seguire le pressioni che ne derivavano ci si sposava per molteplici motivi, eccone alcuni:

Per credo religioso: per i cattolici sposarsi è l’unica strada prevista per formare una famiglia, il matrimonio è riconosciuto come sacro e unisce la coppia davanti a Dio oltre che davanti alla comunità
“Che l’uomo non separi ciò che Dio ha unito”

Per cultura: Il matrimonio è visto ancora da molti come passaggio nella vita obbligatorio ed irrinunciabile: è fatto ordinario e previsto unirsi prima o poi (meglio prima) in matrimonio per generare una propria famiglia.  Numerosi film, racconti, romanzi, canzoni popolari, drammaturgie teatrali raccontano di quanto sia fonte di sofferenza non riuscire a coronare il sogno del matrimonio oppure il fare di tutto per riuscire a coronare il sogno d’amore. La maggior parte delle fiabe d’amore finiscono con il matrimonio e l’immanabile “vissero felici e contenti”

Per romanticismo: sono tante le bambine che si sono immaginate con l’abito bianco in attesa del giorno più bello della vita. Romanticismo e cultura, come detto sopra, vanno a braccetto.

Il matrimonio oggi è una scelta che crea un significato sia concreto che simbolico: ci si sposa quasi sempre per desiderio personale, familiare o di coppia, per sentimento per progettualità.

Ogni scelta di coppia diversa dal matrimonio, se alla base c’è amore e condivisione, non preclude sentimenti e progetti grandi quanto quelli che si possono creare in un matrimonio, come quello della genitorialità o della generatività: ogni coppia, che sia convivente o sposata può generare “cose” al di là di un figlio, che nessun singolo può. Ci sono coppie che condividono ricche storie d’amore che però non possono sposarsi per i motivi più diversi spesso dettati dalla legge, e la loro unione non vale certo di meno.

 

La psicoterapia di coppia

Alcune coppie si trovano a non riuscire a prendere una decisione rispetto al matrimonio, all’interno si trovano le due polarità: uno vorrebbe sposarsi, l’altro non lo ritiene necessario. Alcune volte questa polarità crea uno stallo che perdura. Mi capita di incontrare coppie che non riescono ad uscire da questo stallo, che legano la soluzione di questo dilemma anche il resto delle proprie tappe evolutive, sia personali che di coppia. Da qui potrebbe derivare una crisi, nel caso in cui si uscisse dallo stallo, e la crisi, se ben sfruttata, potrebbe finalmente portare la coppia ad un nuovo stadio evolutivo.

Se all’interno della coppia i desideri non coincidono, il dialogo costruttivo è la strada migliore per chiarire le proprie posizioni, esprimerle serenamente e comprendere quelle dell’altro.  

E’ ovvio che non consegnerò delle soluzioni prestabilite in consulenza ma aiuterò i partner a valorizzare le loro individualità attraverso un modo corretto di comunicare i propri bisogni, valori e punti di vista e ovviamente all’ascolto. Sarà probabilmente necessario tornare un po’ indietro a quando ci si ascoltava senza giudizio e senza pretesa di sapere già ciò che l’altro sta per dirci. Sarà l’occasione per conoscere nuove parti dell’altro che ancora non conosciamo e a questo punto riuscire a riprendere la progettualità persa durante la fase di stallo.